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Progetti personali e eruzioni vulcaniche - aggiornamenti da Mattia alle Canarie

9/29/2021

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Se i mesi di giugno e luglio sono stati intensi, agosto e settembre non sono stati assolutamente da meno.
Giunti ormai alla fine del progetto inizio a concludere i vari progetti personali: con la ripresa della scuola non ho potuto contare su un numero sufficiente di ragazzi per continuare il progetto di spikeball in spiaggia, ho concluso la guida del comune dove lavoro, ho finito il video di promozione del territorio locale, ho imparato l'intero processo della lavorazione del tabacco lavorando nel museo dei sigari palmeri, ho sbattuto le bacchette durante l'ultima lezione di batteria e in poche settimane mi ritroverò con un set di cucchiai in legno grazie al corso di artigianato impartito dal simpatico “nomade-anarchistacomunista” (sua stessa definizione).  

Agosto è partito con una tranquilla settimana in Fuerteventura in compagnia degli altri volontari. Tra AirBnb e wildcamping ho avuto modo di visitare le spiagge più belle della mia vita, acqua cristallina e chilometri interi di sabbia in un ambiente sulfero. Da Fuerte volo diretto a Tenerife dove, dopo 8 mesi, mi ricongiungo con la mia famiglia, che emozionee. Partito in dicembre con l'esigenza di allontanarmi dall'ambiente familiare sono arrivato in agosto voglioso di rivederli, mi hanno ricordato quanto sono importante per loro e che ho un posto da chiamare “casa”.
La seconda settimana familiare la passiamo a La Palma, la mia isola, dove da brava guida turistica gli ho fatto scoprire tutti i segreti dell'isola.
Le prime due settimane di settembre le ho passate inaspettatamente in Polonia, come partecipante di un intercambio giovanile sulla permacultura. Opportunità colta al volo parlando con un lavoratore della mia associazione; e così 5 giorni dopo mi trovo in un paesino polacco super hippie a parlare di piante. Fatica iniziale ad ambientarmi e con l'inglese però tanta gente interessante e clima rilassante. (Ho fatto anche questa, incredible!!).

Per un finale letteralmente con il botto, il 19 settembre, un vulcano decide di celebrare la nostra fine del progetto eruttando nella parte sud-ovest dell'isola.!!! Situazione controversa: da un lato lo spettacolo incredibile della potenza della Natura e dall'altra parte le case sottostanti sommerse dalla lava. In queste settimane sto dando il mio contributo nei centri di distribuzione di materie prime per gli sfollati. Io sono al sicuro però in questo momento scrivo con la finestra chiusa per proteggermi dalle ceneri emanate dal vulcano.  ​
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"Verso il Portogallo su una tavola da surf" - L'esperienza ESC di Daniele in Portogallo

9/21/2021

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Se si riesce ad aiutare e a far crescere almeno un giovane essere umano, si percepisce tutto l’orgoglio di essere volontari
Dopo il mio progetto short term in Slovacchia (dove mi sono trovato benissimo), ero sicuro di voler ripetere l’esperienza in un altro Paese per un periodo di tempo più lungo. Il mio ragionamento è stato: “l’esperienza in Slovacchia è stata fantastica, ma le persone sono sempre arrabbiate per il clima poco gentile. Proviamo a stravolgere tutto. Proviamo ad andare in Portogallo!” Spinto da questa idea tanto naïve quanto geniale, a fine Gennaio 2021 sono partito verso il limite occidentale della penisola iberica. Dopo un periodo iniziale di assestamento e semi-lockdown causa Covid, è andata alla grande. Una delle mie attività preferite è aiutare con l’inglese le classi di studenti delle superiori. Provare a toccare il cuore degli studenti, comunicare con loro, farli appassionare a ciò che ti appassiona. È normale che non tutti saranno interessati a questi strani volontari da altri Paesi che si aggirano per scuola. È normale non riuscire a instaurare un legame con tutti. Ma se si riesce ad aiutare e a far crescere almeno un giovane essere umano, si percepisce tutto l’orgoglio di essere volontari. 
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​Su una nota più leggera, non posso fare a meno di parlare delle spiagge fantastiche, dell’oceano, delle lezioni di surf (dove le cadute superano il centinaio), le città visitate, le bevande e i cibi tipici, imparare a destreggiarsi in portoghese, le stradine di Viana, i dolci, le cene in compagnia, le persone incontrate e la stupenda Porto: il primo luogo in vita mia che mi abbia fatto dire “sono a casa”. Chiudere questa esperienza con uno Youth Exchange è stata poi la ciliegina sulla torta. Aiutare a organizzare e a portare avanti un progetto così grande e importante ha rappresentato una grande sfida, ma mi ha aiutato immensamente a imparare a gestire nuove situazioni, ad assumere ruoli di responsabilità, e a comprendere e aiutare persone di ogni tipo con background estremamente diversi tra loro. Sono immensamente grato di tutto, è stato un volontariato stupendo.
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L'anno che è appena volato - Francesco in Croazia

8/10/2021

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“Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”. No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei.
​Quando la mia Sending Organisation mi ha chiesto di scrivere un “breve” articolo sulla mia esperienza, mi sono chiesto: “Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”.
No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei. Fare il Servizio Volontario Europeo per una organizzazione non governativa ben strutturata e con un team così affiatato come quello di Udruga Amazonas mi ha insegnato che è possibile lavorare e divertirsi allo stesso tempo; mi ha insegnato che il lavoro di squadra è fondamentale quando si vuole essere solidali con il prossimo; mi ha insegnato che, se veramente lo si vuole, si può sempre fare la differenza. 
​Vivere in una giovane capitale europea (difatti, la Croazia è l’ultimo paese ad esser entrato a far parte della grande famiglia Europea) mi ha mostrato un ambiente accogliente e dinamico, composto da giovani volenterosi come me di farsi sentire e cercare di lasciare un segno nella comunità. Conoscere altri volontari non solo provenienti da tutta l’Unione Europea, ma anche da tutto il mondo (Turchia, Brasile, Russia e chi più ne ha più ne metta) mi ha fatto capire che noi giovani, se vogliamo, possiamo veramente essere padroni del nostro stesso destino. Che viaggiare apre la mente, apre ad opportunità, apre porte per il futuro.
Viaggiare per un adulto è come giocare per un bambino: aiuta ad evolverci e ad imparare cose nuove, è un esercizio costante per la mente umana. Incontrare culture differenti è uno stimolo continuo per crescere come individui e anche come collettività.
Naturalmente, quando il primo settembre del 2020 ho salutato la mia famiglia e i miei amici e sono partito per Zagabria, ero terrorizzato. “Un anno è tanto”, ho pensato prima di salire sull’aereo; e invece no, un anno non è nulla. È volato, con tutte le belle e brutte cose che mi sono capitate nel mentre: le amicizie che mi porterò con me ovunque io sarò, il terremoto di Petrinja che, il giorno del mio compleanno, ha squarciato il suolo e lasciato un ricordo indelebile negli occhi dei croati (e nei miei), lavorare con i bambini a rischio di esclusione sociale o portatori di handicap, che mi hanno insegnato la pazienza e la risata che solo un bambino può regalarti, il Covid che mi ha fermato per due settimane chiuso nella mia stanza, insegnare italiano, innamorarmi.
Questa è la mia esperienza, è so che ognuna è diversa dall’altra; la mia è stata fantastica, e se potessi, tornerei indietro nel tempo per ricominciare tutto d’accapo. Perché alla fine, un anno non è niente: quindi se ne avete l’opportunità, preparate i vostri bagagli, armatevi di coraggio e partite, andate dove potete ad aiutare chi più ne ha bisogno.
Perché un anno sembra tanto all’inizio. Poi però vola via come se fosse un secondo.
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Un racconto alternativo - 20 giorni a Barcellona di Ilaria

7/16/2021

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Barcellona è una città particolare. Ha uno spirito tutto suo che si ama a dismisura o si odia profondamente. Credo che l’impressione più forte che mi abbia dato sia stata quella di essere una città di artisti, in ogni sfumatura.
Credo che il mio resoconto dell’esperienza all’interno dei corpi europei di solidarietà possa essere abbastanza diverso rispetto alle storie che vengono raccontate di solito. Ma andiamo con ordine.
Quando sono partita provavo emozioni molto contrastanti. Da un lato avevo enormi aspettative sul progetto, ed ero felicissima di trovarmi a vivere una situazione come quella descritta dal bando; comunità, musica, e arte come strumento per rompere le barriere che si creano tra le diverse condizioni di vita. Dall’altro, avevo delle preoccupazioni dovute al Covid e mi chiedevo se questo fosse il momento adatto per partire e come sarei stata in mezzo a tanta gente dopo così tanto tempo.
Barcellona è una città particolare. Ha uno spirito tutto suo che si ama a dismisura o si odia profondamente. Credo che l’impressione più forte che mi abbia dato sia stata quella di essere una città di artisti, in ogni sfumatura. Con colori della città d’altro canto non poteva essere diverso, ci sono mille vicoli, piante, dipinti e cartelloni lungo le strade. Come ogni metropoli è piena di eventi a tutte le ore, ma quello che mi ha colpito di più è stata la gentilezza degli abitanti, sempre pronti a fare una battuta e ad aiutare anche chi non parlava spagnolo.
​Un ringraziamento speciale va al gruppo di volontari che hanno fatto parte di questo progetto, coloro che hanno rappresentato il bello di questa esperienza. Grazie a loro sono riuscita a sentirmi veramente libera di pensare e riflettere in maniera critica e sentirmi a mio agio. Non dimenticherò mai i momenti passati a cucinare in ostello, le gite, le battute ed in generale il clima di gruppo che si è creato in quei momenti. Credo di aver imparato molto dalla convivenza con loro e da quello che siamo detti, e non sarò mai abbastanza grata per l’arricchimento che hanno rappresentato per me.
​Ringrazio anche la mia organizzazione di invio, che si è sempre dimostrata attenta senza essere pressante, comprensiva senza essere accondiscendente, ma soprattutto, ed è la cosa più importante, trasparente e preparata. Consiglierei a tutti di partire con YouNet, ed in generale consiglierei la formula del corpo europeo di solidarietà che, se ben gestita, può permettere di vivere esperienze magnifiche.
 
A chi sta leggendo, invece, vorrei dare tre consigli:

  • Scegli bene l’associazione in cui andrai a svolgere il progetto. Informati, chiedi all’associazione di invio se qualcuno è già partito in passato ed è disponibile al confronto, fai molte domande al colloquio e continua a mantenere una comunicazione periodica con l’organizzazione di invio. Questo potrà servirti a capire meglio il contesto in cui andrai a lavorare.
  • Studia a fondo il contratto prima di firmarlo, e informati benissimo su quali siano i tuoi diritti prima di partire. Nel dubbio, anche mentre sei già lì, chiedi alla tua organizzazione di invio.
  • Il più importante. Impara sempre qualcosa da quello che ti accade. Anche nell’esperienza migliore ci sono degli aspetti negativi, e se poi questi ultimi iniziano ad essere di più si rischia di pensare che non ne sia valsa la pena. In realtà non credo che sia così. Anche da esperienze negative si può apprendere molto, su se stessi e sulle situazioni che si possono trovare nella vita, e anzi, spesso eventi del genere possono poi risultare molto utili nel futuro.
 
Per concludere qualunque scelta prendiate e qualsiasi cosa stia attraversando la persona che sta leggendo in questo momento…. Sempre e comunque...
¡Suerte!
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Apprendimento immersivo di lingua e cultura - Mara in Danimarca

7/6/2021

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​Non abbiate paura di fallire e fare errori. Potrete usarli per comprendere meglio la lingua e ricordarvi come si usa una determinata parola o come si forma una frase. Invece di vergognarvi, dovreste godervi il processo di apprendimento e concentrarvi sui vostri progressi.
Mi chiamo Mara, ho 26 anni e vengo da Bologna. A ottobre 2020 ho iniziato la mia esperienza come volontaria in Danimarca, che è durata 9 mesi, ovvero fino alla fine di giugno 2021. Il mio ruolo è stato quello di assistente all’insegnamento della lingua inglese e tedesca in una scuola privata a Silkeborg, nello Jutland centrale. Il mio compito era quindi quello di aiutare gli insegnanti di inglese e tedesco e alcune volte insegnare agli allievi dai 7 ai 16 anni* sotto la supervisione dell’insegnante.
​In questo articolo vorrei spiegare perché penso che sia una buona idea imparare la lingua del Paese ospitante del progetto di volontariato e raccontare come ho imparato il danese nel corso della mia esperienza in Danimarca.
​Jeg hedder Mara, er 26 år gammel og kommer fra Bologna, Italien. I oktober 2020 begyndte jeg min oplevelse som volontør i Danmark, der varede 9 måneder, nemlig til slutningen af juni 2021. Jeg har været assistentlærer på engelsk og tysk i en privat folkeskole i Silkeborg, Midtjylland. Det betyder, at min største opgave var at hjælpe lærerne i engelsk- og tyskklasserne og nogle gange at undervise selv under tilsyn af læreren til eleverne fra 7 til 16 år gammel. I artiklen vil jeg imidlertid forklare, hvorfor synes jeg, at det er en god ide at lære værtslandets sprog når man er volontør i et andet land og hvordan jeg har lært dansk i løbet af min oplevelse i Danmark.

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Bambini e pet therapy a Malta - l'ESC di Eleonora

6/25/2021

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​Ho svolto un volontariato a Malta con un’organizzazione che si occupa di bambini con diverse disabilità: Inspire.
Grazie a questo volontariato ho capito che in futuro voglio lavorare con bambini con disabilità perché mi ha permesso di conoscere i bambini, di instaurare un legame con loro, di riuscire a capire le loro esigenze e il loro modo di comunicare: questa è stata l'esperienza più bella. Inspire ha anche dei cavalli per fare pet therapy con i bambini e il mio volontariato consisteva anche nel prendermene cura. È un lavoro faticoso ma ripagato dall'amore che questi meravigliosi animali ti danno. È stato molto interessante vedere il mondo in cui i bambini interagivano con i cavalli.
Questa è stata la prima volta che ho vissuto in un paese straniero in cui si parla l'inglese, inizialmente è stato difficile ma grazie a questo ho avuto modo di migliorare. Ho avuto modo di lavorare con tante persone provenienti da diverse parti del mondo ed è stato molto interessante conoscere culture diverse e confrontare il sistema politico, economico, culturale sociale di vari paesi col mio, ho potuto apprendere i pregi e i difetti del mio paese. Ho amato vivere a Malta, io provengo dalla Sardegna e amo il mare - in Sardegna abito a circa un quarto d'ora di macchina dal mare - ma a Malta il mare fa parte della mia quotidianità in quanto vivo a Marsaskala, una cittadina sul mare. Il ricordo più bello che ho di Malta è la il panorama del mare visto dal pullman che ogni giorno prendevo per rientrare a casa dal lavoro.
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Energia pura! - ESC di Irene a Cipro

6/7/2021

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Ho imparato ad osservare ed ascoltare con più occhi e orecchie, da diverse angolazioni; sono uscita dalla mia zona di comfort e ho scoperto che dietro quella porta c'è un mondo intero da scoprire.
Energia! Se dovessi descrivere tutta la mia esperienza a Cipro, la racchiuderei in queste lettere!
La forza interiore che ti si genera dentro e la potenza nelle connessioni che si creano tra le persone sono incredibili, l'età e la provenienza non contano più. Ognuno ha una storia magnifica da raccontare che vale sempre la pena ascoltare.
A Cipro ho trovato davvero tutto quello di cui avevo bisogno: persone meravigliose, tra le quali ho incontrato amici leali e sinceri; una cultura ricca e ben radicata con origini antiche, dal cibo alle festività e diverse usanze, è stato davvero un onore prenderne parte; luoghi nascosti e magici, e non parliamo solo delle più famose mete turistiche, bensì di calette deserte dove la natura ne fa da padrona, sentieri di montagna che sembrano usciti dalle favole e angoli nascosti e un po' misteriosi
delle città.
Onestamente però, la cosa più importante che ho trovato durante questa esperienza è un po' di me stessa.

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Superare la nostalgia - la testimonianza di Giulia in Francia

5/27/2021

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La mia esperienza come volontaria é iniziata a Dicembre del 2020 e finirà a Luglio 2021. E’ un tipo di esperienza che non é collegata all’università o alla scuola perché possono farlo studenti e non, fino all’età di 30 anni. La sto facendo con il Corpo Europeo di Solidarietà.
E’ un’esperienza bella perché é costruttiva, ti fa crescere sotto vari punti di vista. Inizialmente non ero convinta perché avevo paura, poi mi sono decisa e mi hanno spronato a partire Julien , e Loic che mi ha detto « La cosa più difficile da fare é acquistare il biglietto come é successo a me ».
Sono partita con paura ma entusiasmo.
Il viaggio é stato un po' difficile, avevo paura e nostalgia. Ho conosciuto una ragazza sarda in nave che mi ha fatto compagnia da Tolone fino a Marsiglia e mi ha dato forza.

Quando sono arrivata a Monteux a la MFR era nuvoloso, pioveva, ero stanca ma super felice ed entusiasta, tutto era bellissimo, perfino il cancello dell’ingresso, la pasta cotta alla francese e un bagno normale di una delle camere della scuola.

Dopo un po' di tempo ho avuto un momento di down in cui ero più triste e nostalgica, in più a causa del Covid é più difficile socializzare; non ho rapporti e contatti con coetanei qui, ma per fortuna sono circondata da persone intelligenti e sensibili che mi hanno aiutato a superare questo momento dicendomi anche che é normale e scientificamente testato provare queste diverse emozioni, alternandole. Ora sto bene, anche se ho ogni tanto momenti di nostalgia e tristi, ma li so gestire meglio.
Inizialmente era difficile con la lingua perché ho studiato il francese parecchi anni fa e solo per 2 anni. Per fortuna ci sono varie persone che parlano inglese, e anche italiano e spagnolo :D ! Ora va meglio anche con la lingua, capisco di più e lo parlo un po' di più rispetto a quando sono arrivata, non benissimo, ma meglio !
Vi consiglio di fare esperienze di questo genere perché sono altamente utili e belle, e dopo potreste pentirvi di non averla fatta, ma sarà troppo tardi!
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"No one succeeds alone" - marzo a Cipro con Irene tra progetti e tradizioni

4/8/2021

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[...] Nelle foto ci sono i progressi con il frigorifero, la mia felicità nel vedere per la prima volta in vita mia un camaleonte, il carnevale, l'intervista che abbiamo fatto ad una musicoterapista per il nostro show, il nostro pic-nic durante il "Clean Monday", ed infine alcune foto riguardanti le nostre gite fuori per tutta Cipro: posti magnifici, sempre in compagnia di amici che, devo ammetterlo, mettono un po' di pepe alla vita di tutti i giorni e rendono speciale ogni momento. Sono davvero grata per tutto questo! 
Marzo è stato pieno di feste e tradizioni. C'è stato il carnevale, che qui a Limassol è un vero e proprio evento.
C'è stata una piccola parata (in macchina causa Covid), che è stata molto divertente, spero di poterci tornare un giorno per poter vivere il carnevale nel pieno dei suoi festeggiamenti. Abbiamo inoltre partecipato ad altri eventi legati alla quaresima e al carnevale, come il “Clean Monday”, dal quale si comincia effettivamente il periodo di quaresima, senza mangiare carne. La tradizione cipriota prevede un pic-nic sulla spiaggia, e noi chiaramente non potevamo astenerci da questa bellissima usanza. Un altro giorno importante è il “tsiknopempti”, è praticamente il nostro martedì grasso, solo che loro lo festeggiano di giovedì e la città si riempie di fumo dovuto a tutti i souvlaki e barbecue. Insomma qui come in Italia, le tradizioni prevedono sempre qualcosa riguardo al cibo.

​Questo mese ci siamo anche dati da fare per sistemare un po' il giardino e il mio coinquilino francese ha creato una “piscina” di cactus davvero bellissima. Come sempre cerchiamo di fare questa casa un po' più nostra.
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"Iniziate dalle cose semplici..." - l'anno di Serena in Croazia

2/11/2021

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Ora fate le valigie e dentro non metteteci la malinconia e il pensiero di casa, ma le lacrime e queste mettetele da parte per quando quest’anno sarà finito.
In Croazia ho imparato che non sono un buco nero, sono consapevole di non essere l'anima bella che immagina mio padre, però grazie ad un anno di volontariato ho scoperto di non essere neanche da buttare via. Dopo questo lungo percorso ho avuto diverse epifanie, la più importante è che lavorare in gruppo è stimolante e può essere creativo, ma va differenziato dal creare “branco”. Poiché quest’ultimo è solo una brutta copia i una dittatura, questo non toglie l'importanza di una struttura gerarchica ben definita all'interno delle associazioni che rientrano nella grande famiglia dell'ESC. Comunque consiglio a chiunque voglia intraprendere questa avventura che si deve partire preparati, ma possibilmente senza pregiudizi, nonostante ci saranno grandi probabilità d'andare incontro, paradossalmente, a svariati preconcetti sulla propria nazionalità. Non avverrà per cattiveria, ma perché è qualcosa di radicato in Europa da anni e il vostro compito è sdoganare ogni piccolo pregiudizio su di voi, sulla vostra provenienza e su cosa fate per vivere e non per orgoglio, ma perché metterete così una base solida per avere un adeguato rapporto con la comunità locale. La quale è fatta di persone, persone con una lingua e una cultura diverse dalla vostra, che in un anno vi arricchiranno tantissimo, quindi non chiudetevi a riccio.
Iniziate dalle cose più semplici ...

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