Un anno di vita a Istres mi ha insegnato a vivere in comunità ma anche da sola, a prendermi i miei spazi, a capirmi ed interrogarmi di più, insomma, mi ha insegnato a crescere! Nel 2020, a fine periodo di quarantena a Milano, ho deciso di tornare nella mia città natale, Cesena in Emilia-Romagna, per approfittare di una casa spaziosa ed un ambiente più verde e naturale, dopo tanti anni tra i palazzi e il rumore della città, dopo qualche mese però ho iniziato a sentire la mancanza dell’indipendenza, e anche un po’ della frenesia a cui ero abituata. Ho così deciso di intraprendere un nuovo percorso, non avendo mai avuto l’opportunità di fare l’Erasmus durante l’Università. Dopo un po’ di ricerche di esperienze all’estero ho trovato il progetto del Corpo Europeo di Solidarietà presso Istres, cittadina nel sud della Francia. La mia ricerca era soprattutto su paesi francofoni, possibilmente non in grandi città, di modo da poter migliorare la mia conoscenza della lingua francese e approfittare del paesaggio naturalistico. Il progetto a Istres mi è sembrato perfetto! Finiti i colloqui nel giro di pochissimi giorni ho scoperto di essere stata selezionata e ricevute alcune informazioni burocratiche e amministrative sono partita per questa nuova avventura! Arrivata a Istres mi sono subito sentita a mio agio, a casa. Io e Rocìo, la mia coinquilina madrilena, ci siamo trovate molto bene, per fortuna, dovendo vivere e lavorare assieme all’interno dello stesso progetto. Dopo la prima settimana di assestamento sono iniziate le avventure. Io, Rocìo e altri 6 ragazzi del posto che hanno svolto il loro servizio civile con noi abbiamo vissuto un anno straordinario, a cominciare dal soggiorno di una settimana presso Istremont, un paesino gemellato con Istres, nelle alpi, dove nonostante ci conoscessimo da pochissimo siamo stati spronati a condividere con gli altri le nostre esperienze e le nostre difficoltà, avendo bene in mente l’obiettivo di diventare un’equipe.
Ovviamente non è stato tutto facile, abbiamo avuto momenti dove sembrava che dovessimo sfaldarci, io personalmente ho avuto momenti in cui mi sono sentita inadeguata, per la lingua, per il ruolo, per non riuscire sempre a capire i progetti, ma ad ogni difficoltà mi rendevo conto di quanto diventasse spontaneo superarla insieme ai miei colleghi. Abbiamo svolto tantissimi tipi di lavori e di servizi: all’interno di una casa per anziani, in una scuola, nelle conferenze organizzate dal comune, in un progetto ambientale per la riqualifica di un parco e di una casa colonica, in progetti improntati sulla creatività per esprimere il nostro senso artistico, un progetto di raccolta cibo per le famiglie meno abbienti, insomma, veramente di tutto! Tra tutte queste attività la cosa che ho forse trovato più interessante è che tutto riuscisse sempre a tornare al nostro “fil rouge” dell’anno, scelto dai coordinatori, la parità di genere! Argomento che mi interessa tantissimo, in quanto donna e in quanto persona. L’interesse e i vari progetti dedicati a questo ambito mi hanno dato energia per continuare a scrivere la mia tesi in diritto, sulla violenza domestica e l’affidamento dei bambini vittime di violenza assistita, è stato interessante rendermi conto di come purtroppo coinvolga veramente tutti in tutto il mondo e quanto sia importante parlarne e conoscerlo. Ho sempre avuto la consapevolezza che il progetto sarebbe durato meno di un anno, 9 mesi, e che quindi ad un certo punto mi sarei trovata a salutare tutte gli amici conosciuti li, non per sempre ma almeno per un po’, ma andando avanti con i mesi questo pensiero è diventato sempre più difficile. Mentre scrivo questo articolo sono tornata in Italia da pochissimo, ancora un po’ scombussolata dal trasloco e dal rientro in Italia, mi sento di dire che è stata una delle esperienze più belle e importanti che abbia mai vissuto, mi ha fatta crescere e proseguire nel percorso di scoperta di me, penso anche di essere stata fortunata ad aver selezionato il progetto giusto, dove mi offrissero tante attività diverse per capire cosa mi piace fare. Un anno di vita a Istres mi ha insegnato a vivere in comunità ma anche da sola, a prendermi i miei spazi, a capirmi ed interrogarmi di più, insomma, mi ha insegnato a crescere!
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November 2024
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