“Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”. No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei. Quando la mia Sending Organisation mi ha chiesto di scrivere un “breve” articolo sulla mia esperienza, mi sono chiesto: “Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”. No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei. Fare il Servizio Volontario Europeo per una organizzazione non governativa ben strutturata e con un team così affiatato come quello di Udruga Amazonas mi ha insegnato che è possibile lavorare e divertirsi allo stesso tempo; mi ha insegnato che il lavoro di squadra è fondamentale quando si vuole essere solidali con il prossimo; mi ha insegnato che, se veramente lo si vuole, si può sempre fare la differenza. Vivere in una giovane capitale europea (difatti, la Croazia è l’ultimo paese ad esser entrato a far parte della grande famiglia Europea) mi ha mostrato un ambiente accogliente e dinamico, composto da giovani volenterosi come me di farsi sentire e cercare di lasciare un segno nella comunità. Conoscere altri volontari non solo provenienti da tutta l’Unione Europea, ma anche da tutto il mondo (Turchia, Brasile, Russia e chi più ne ha più ne metta) mi ha fatto capire che noi giovani, se vogliamo, possiamo veramente essere padroni del nostro stesso destino. Che viaggiare apre la mente, apre ad opportunità, apre porte per il futuro.
Viaggiare per un adulto è come giocare per un bambino: aiuta ad evolverci e ad imparare cose nuove, è un esercizio costante per la mente umana. Incontrare culture differenti è uno stimolo continuo per crescere come individui e anche come collettività. Naturalmente, quando il primo settembre del 2020 ho salutato la mia famiglia e i miei amici e sono partito per Zagabria, ero terrorizzato. “Un anno è tanto”, ho pensato prima di salire sull’aereo; e invece no, un anno non è nulla. È volato, con tutte le belle e brutte cose che mi sono capitate nel mentre: le amicizie che mi porterò con me ovunque io sarò, il terremoto di Petrinja che, il giorno del mio compleanno, ha squarciato il suolo e lasciato un ricordo indelebile negli occhi dei croati (e nei miei), lavorare con i bambini a rischio di esclusione sociale o portatori di handicap, che mi hanno insegnato la pazienza e la risata che solo un bambino può regalarti, il Covid che mi ha fermato per due settimane chiuso nella mia stanza, insegnare italiano, innamorarmi. Questa è la mia esperienza, è so che ognuna è diversa dall’altra; la mia è stata fantastica, e se potessi, tornerei indietro nel tempo per ricominciare tutto d’accapo. Perché alla fine, un anno non è niente: quindi se ne avete l’opportunità, preparate i vostri bagagli, armatevi di coraggio e partite, andate dove potete ad aiutare chi più ne ha bisogno. Perché un anno sembra tanto all’inizio. Poi però vola via come se fosse un secondo.
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November 2024
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