L'ultimo rapporto dell'IPCC ha evidenziato che la crisi climatica è qui. L'UE ha creato un quadro di politiche e iniziative per affrontare la crisi climatica: l'emergenza climatica ci riguarda tutti, ma come afferma il Patto per il Clima dell'UE, ognuno può contribuire a trovare soluzioni.
"Don't call it change" si inserisce in questo quadro, rispondendo alla priorità di coinvolgere i cittadini nella discussione sui temi legati al clima e all'ambiente. Prende il nome dal fatto che il clima e la vita sul pianeta stanno cambiando costantemente, ma le attività umane hanno accelerato questa modificazione costante trasformando un cambiamento fisiologico in una crisi che causa squilibri e discriminazioni. Nel vasto tema della crisi climatica, il partenariato si concentra sulle sue conseguenze intersezionali in specifiche dimensioni: diritti umani, migrazioni, parità di genere e vita oceanica e marina.
Il consorzio beneficia di competenze complementari, sia nell'azione climatica che nell'istruzione e nell'esperienza con attività non formali e basate sul gioco.
Le azioni si concentrano principalmente sui giovani dai 16 ai 30 anni, permettendo loro di confrontarsi con i loro coetanei provenienti da 5 paesi europei partecipanti: Italia, Polonia, Romania, Grecia e Lettonia, durante un ciclo di laboratori e dibattiti locali condotti in ciascun paese, con due laboratori online transnazionali. Studi di caso e scenari preparati dai partner saranno raccolti in un toolkit open-source. Interviste video provenienti dai 5 paesi raccoglieranno storie, buone pratiche e esperienze di attivisti, ONG, decisori politici ed esperti, creando una biblioteca digitale condivisa, da arricchire nei prossimi anni grazie alla rete stabilita.
Il progetto mira quindi a coinvolgere i giovani nel dibattito sulla crisi climatica attraverso metodi non formali e partecipativi, promuovendo lo scambio e il dibattito a livello europeo sulle conseguenze intersezionali dell'emergenza climatica e stimolando l'adozione di metodi partecipativi e non formali per discutere ed educare sull'impatto della crisi climatica.
Per saperne di più sul progetto vai sul pagina Facebook.
"Don't call it change" si inserisce in questo quadro, rispondendo alla priorità di coinvolgere i cittadini nella discussione sui temi legati al clima e all'ambiente. Prende il nome dal fatto che il clima e la vita sul pianeta stanno cambiando costantemente, ma le attività umane hanno accelerato questa modificazione costante trasformando un cambiamento fisiologico in una crisi che causa squilibri e discriminazioni. Nel vasto tema della crisi climatica, il partenariato si concentra sulle sue conseguenze intersezionali in specifiche dimensioni: diritti umani, migrazioni, parità di genere e vita oceanica e marina.
Il consorzio beneficia di competenze complementari, sia nell'azione climatica che nell'istruzione e nell'esperienza con attività non formali e basate sul gioco.
Le azioni si concentrano principalmente sui giovani dai 16 ai 30 anni, permettendo loro di confrontarsi con i loro coetanei provenienti da 5 paesi europei partecipanti: Italia, Polonia, Romania, Grecia e Lettonia, durante un ciclo di laboratori e dibattiti locali condotti in ciascun paese, con due laboratori online transnazionali. Studi di caso e scenari preparati dai partner saranno raccolti in un toolkit open-source. Interviste video provenienti dai 5 paesi raccoglieranno storie, buone pratiche e esperienze di attivisti, ONG, decisori politici ed esperti, creando una biblioteca digitale condivisa, da arricchire nei prossimi anni grazie alla rete stabilita.
Il progetto mira quindi a coinvolgere i giovani nel dibattito sulla crisi climatica attraverso metodi non formali e partecipativi, promuovendo lo scambio e il dibattito a livello europeo sulle conseguenze intersezionali dell'emergenza climatica e stimolando l'adozione di metodi partecipativi e non formali per discutere ed educare sull'impatto della crisi climatica.
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