Buongiorno miei cari lettori, sono Elena, una ragazza di 22 anni proveniente da una piccola città vicino a Bologna. Oggi vorrei scrivere riguardo alla mia esperienza di 5 mesi come volontaria ESC qui a Rybnik, in Polonia. Ho lavorato a Młodzieżowy Dom Kultury (centro giovanile). È stata un'esperienza emozionante. Qui ho iniziato a insegnare italiano e inglese ai bambini polacchi, adolescenti e adulti. Durante le vacanze estive ho fatto anche un campo estivo e lì ho scoperto la mia perseveranza e il coraggio. Sembra facile forse, ma non lo è. Ho già lavorato con i bambini quando ero più piccola, ma sono rimasta con loro solo per pochi giorni. Nel centro giovanile ho capito che posso gestirli, sono divertenti e mi hanno aiutato molto anche se non parlavo la loro lingua. Anche i miei colleghi sono stati gentili, mi hanno insegnato un sacco di parole e tradizioni sulla Polonia. Mi hanno suggerito alcuni luoghi tipici, cibi e bevande da provare. Mi sono innamorata di questo posto grazie ai tanti corsi (come teatro, lezioni di musica...) organizzati gratuitamente. Per me è stato strano, in Italia si paga molto per questo tipo di attività. Qui l'obiettivo è insegnare qualcosa di nuovo ai bambini e agli adolescenti. Penso che, se c'era qualcosa di simile nella mia città, avrei voluto frequentare tutti i corsi. Durante i miei cinque mesi ho avuto anche la possibilità di conoscere meglio me stessa e gli altri. Per esempio, ho partecipato a 2 incontri dove ho incontrato molti altri volontari provenienti da diversi paesi. Abbiamo parlato di argomenti e culture diverse. È stato davvero interessante. Riguardo alla Polonia e ai suoi abitanti si possono dire molte cose. Ho avuto l'opportunità di visitare diverse città, dalle più importanti come Cracovia o Varsavia, ai piccoli borghi come Cieszyn e Wisla. Ho visto un sacco di differenze tra loro e mi sono innamorata dei piccoli. Hanno sempre una storia particolare e ho scoperto i migliori musei come il museo etnografico di Torun. Se devo parlare della comunità locale, posso dire che sono strani. A volte sono maleducati, di mentalità ristretta e anche disorganizzati. Ma a volte ci sono alcune eccezioni come i miei colleghi. Un grosso problema per me era la barriera linguistica. Qui un sacco di gente non parla inglese e se si tenta di comunicare senza utilizzare il polacco diventano nervosi. Un altro problema sono gli ubriachi negli autobus e intorno al mio distretto, a tutte le ore del giorno. In generale se devo dare una nota per questa avventura posso dire 7/10. Il mio posto di lavoro e i coinquilini erano incredibili. La Polonia non è un brutto posto, soprattutto se siete alla ricerca di un luogo tranquillo, ma il mio appartamento e alcuni locali non sono così buoni per me. In conclusione, se devo descrivere i miei pazzi cinque mesi in Polonia posso dire che ho trovato un altro punto di vista e ho capito molte cose importanti sui miei interessi futuri e il mio stile di vita. Ho anche scoperto nuove abilità e nuove passioni come cucinare, stare con i bambini e insegnare qualcosa sulla mia cultura e il mio paese. Ho lasciato questo paese con un desiderio per esso. Voglio tornare qui in futuro (per le vacanze forse) e spero davvero che la gente cominci ad essere aperta con gli stranieri, ci saranno meno persone ubriache e pericolose e alla fine saranno più organizzate (ho avuto un sacco di brutte esperienze per queste ragioni). Dirò grazie mille Rybnik, è diventata la mia quarta casa e non lo dimenticherò mai.
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Bisogna tirare le somme. Mi viene richiesto di riassumere in un breve testo quello che è stato il mio anno a Lisbona. Al centro possono esserci molti interessi di orgoglio delle persone che mi sono accanto nel dire: “Si, è grazie a me o a noi che si è trovato bene”. Vorrei prima definire come ho appena accennato, che sì mi sono trovato bene, ma un grosso grazie è ai miei coinquilini e agli amici fatti qua. Non voglio certo denigrare nessuno, l’associazione Spin ha una certa rilevanza in tutto ciò, in primis nel fatto di essere qua, e il personale della biblioteca Natalia Correia per darmi il libero spazio di manovra e accogliermi come un nipote. Ho dato il mio, potevo fare di più? Forse sì. Avrei potuto essere più partecipativo nella vita della biblioteca, ma sento comunque, in cuor mio, di aver ascoltato chi mi voleva parlare, raccontare o spiegare parti della vita e funzioni della cultura portoghese e bibliotecaria. Ho trascorso 11 mesi nel progetto di Spin, compiendo un orario settimanale di 35 ore, cioè dal lunedì al venerdì, dalle ore 10 alle ore 18, con una pausa in mezzo di un’ora. Un monte ore altissimo se comparato con altri volontari internazionali o se basato sulle regole ESC di un minimo di 25h settimanali di cui 5 di lingua del posto. In queste mie 35h sono incluse anche 5h in cui ho cercato di far apprendere e/o appassionare i miei colleghi volontari alla lingua portoghese, di cui io non maestro, ma con buone basi dovute al mio background. Tutto ciò per dire, sì simo hai fatto il tuo. Cosa mi spingeva ad andare così tanto, nonostante fosse un luogo che per tante questioni, di cui non ho io il compito di declarare, mi potesse portare alla noia o all’annichilimento? Dopo forse un piccolo accenno al mio senso del dovere, voglio rispondere con i libri e la ricerca di una crescita personale indiretta. Dopo la prima settimana sapevo cosa mi avrebbe portato, in positivo e negativo, lavorare in quella biblioteca. Avrei avuto modo di immergermi in maniera approfondita nella lingua portoghese, con conversazioni sulle tradizioni, cibi, eventi, morfologia territoriale del Portogallo. Sentire quella sensazione di inclusione per me è un grande traguardo. E poter tornare a casa sapendo di non sentirsi un turista o un residente esterno è piacevole. I libri fanno invece parte di uno sviluppo, crescita personale molto importante. Ogni giorno avevo la scelta tra un libro d’arte, fumetto, giornale, lingua portoghese e cult per bambini, per citarne alcuni tra cui scegliere. Sicuramente la continua preparazione e l’allenamento alla lettura mi hanno aiutato a poter superare poi il colloquio di ammissione al master, da me da poco sostenuto. Spin ha avuto il compito di dialogare tra i volontari, cercando di gestire le loro esigenze e far sì che il rapporto tra le parti interessate potesse essere il più bello ed efficiente possibile. Personalmente non ho niente di cui poter recriminare. Catarina in primis e poi le altre lavoratrici dell’associazione sono state molto accoglienti e disponibili con me, in scambi sempre positivi e divertenti. L’attività spot iniziale sulla gratitudine è stata molto bella e consiglio, per quanto possa valere, di riproporla anche in futuro. Ecco forse dopo quella prima attività, l’interazione con l’associazione si è affievolito, poteva essere più ampio, e anche alcune situazioni con la casa e i volontari potevano essere affrontati meglio, ma niente di eclatante. Spero che possa sopravvivere e continuare a crescere, le realtà di questo genere fanno bene alla società. Al personale della biblioteca Natalia Correia non posso che mandare un grosso abbraccio. Sonia, Maria josé, Prazer, Rosario e Isaura. Tutte super donne. Bisticciano fra di loro ma alla fine dei conti si vogliono bene. Il loro lavoro non è facile, come non è facile l’ambiente dove lo sviluppano. Gentili è dire poco, sono sempre state buone con me e mi hanno trattato benissimo in questo anno. Ogni giorno la conversazione era al centro, una scuola di lingua e cultura. 8 ore di condivisione. Piano paino con il tempo mi sono inserito nelle dinamiche con maggiore frequenza. Mi hanno sempre lasciato spazio per i miei bisogni e mi hanno sopportato nelle mie difficolta ed esigenze.
Grazie In cambio, avevo il piacere di fare un bel caffè dopo pranzo per aumentare il convivio. Un grazie grande anche alle cuoche della scuola primaria del barrio Padre Cruz, non potete capire come mi avete alleggerito la vita, il portafoglio e migliorato la qualità della nutrizione. In ultimo i miei amici. Questo riassunto sembra la parte finale dei ringraziamenti della tesi, ma per l’appunto, in qualche modo lo sono. Grande Grazie Svegliarsi la mattina e dormire la notte con la vostra compagnia mi rendeva la vita più semplice. Momenti di apprendimento passivo, con pensieri di ognuno e attività culturali a stimolarci a vicenda. Questi momenti non terminano qua, come un usa e getta, ma perdurano nel tempo e rimangono impresse nella memoria di ognuno. La dedica avrà un maggiore sviluppo poi in futuro nel personale. È stato un bel quasi anno. Saude Simone "After graduating from university, all I wanted was to relax a little bit before starting work, learn a new language and travel the world. With the ESC programme I discovered for these purposes, I was accepted to a long-term project in Italy. This journey, which I set out with the idea that I would live in Italy for 1 year and maybe learn a language, has become a life-changing experience. While I was trying to get used to Bologna in the first processes, I was learning the language and gained a lot of experience in social media management and the use of digital tools within the scope of the subject of my project. I took part in the English speaking clubs of the municipality and carried out local studies. Thanks to the Italian lessons I took during the process, I constantly practised inside and outside the office. After I got used to Bologna, life got even better. First Christmas, then open-air cinema under the stars and then a holiday in southern Italy, this was not an EU project, but a year in which I made the most beautiful memories. Camilla and Karolina, who made this process the most fun and unforgettable and backed up all the crazy ideas; to my old roommate Beata, who accustomed me to the Polish culture; to all my flatmates; to Kuba, who made me feel loved without any emotion (?); Aura and Nadia, the real reinas of Spain; Giada, who introduced me to the harsh faces of the most important values of the world and made a great effort for me to turn to activism, but never stopped loving me even if she failed; and most importantly, Milena, who made me love what I do, was patient with all my follies and was always the best boss of all times with her kindness. You made this project real, not just an ESC project."
L'Esperienza di Vincenzo e Paolo dall'Islanda con l'Associazione forestale islandese di Úlfljótsvatn30/9/2024 A scrivere siamo Vincenzo e Paolo, di ritorno dall’Islanda dopo aver concluso il nostro progetto ESC con l’Icelandic Forestry Association a Úlfljótsvatn. La nostra esperienza è durata cinque mesi, da inizio maggio a fine settembre, viaggiando per il paese e aiutando varie associazioni forestali nelle regioni di Suðurland, Höfuðborgarsvæðið, Vesturland e Vestfirðir. In questi mesi abbiamo imparato i passaggi principali per sostenere concretamente la causa del piano di riforestazione dell’Islanda. Il progetto di volontariato a cui abbiamo preso parte ci ha visti coinvolti fortemente nel lavoro fisico a contatto con la natura e l’ambiente islandese, condividendo l’esperienza con altri giovani volontari e volontarie, lavorando in autonomia e in gruppo. Insieme abbiamo condiviso una grande casa a Úlfljótsvatn, vivendo insieme a otto giovani compagne e compagni provenienti da Spagna, Francia, Austria, Polonia e Germania, un grande gruppo di persone con cui abbiamo condiviso un grande legame, non solo lavorativo. Attraverso diversi workcamp ci siamo divisi in due gruppi tra giugno e luglio per distribuire meglio il lavoro, tra chi in alternanza è rimasto nei pressi di Úlfljótsvatn a continuare a piantare nuovi alberi e chi ha viaggiato per il territorio per una o due settimane e lavorato con le associazioni forestali di Akranes, Ólasvík, Stykkishólmur e Patreksfjörður. Il lavoro non è sempre stato semplice ma alla fine ci possiamo dire più che soddisfatti. Sappiamo di non essere stati fortunati con i cambiamenti climatici riversati in quest’ultima estate islandese ma abbiamo superato i vari e imprevedibili ostacoli capitati, il clima e il territorio, imparando anche molte cose su noi stessi e le nostre capacità di adattamento e versatilità. Nei cinque mesi trascorsi gli obiettivi principali del progetto proposto dall’IFA ci hanno visti coinvolti in molti lavori: dalla piantumazione e manutenzione forestale nella tutela del piano di land reclamation e carbon sequestration, alla riparazione di recinti, creazione di infrastrutture come sentieri e ponti in legno o pietra nelle foreste già presenti sul territorio ed elementi di giardinaggio per la manutenzione e cura della farmhouse/guesthouse che ci ha ospitati. Nel tempo libero abbiamo avuto modo di visitare altre località e fare diverse esperienze, visitare parchi e cascate, fare hiking, campeggio e falò, réttir (sheep gathering), concerti, Reykjavík Pride; stringere amicizia con il gruppo dei volontari e volontarie scout del grande campo di Úlfljótsvatn oltre a conoscere tanti altri giovani ragazzi e ragazze, tra locals e altri volontari europei, con cui abbiamo ampliato la nostra rete di conoscenze e affetti. A settembre inoltre, poche settimane prima della conclusione del progetto, abbiamo avuto modo di assistere a un incontro/cerimonia nella foresta di Vinaskógur, nei pressi del parco nazionale di Thingvellir, dove hanno presenziato l’ambasciatrice norvegese Cecile Willoch la presidente dell’Islanda Halla Tómasdóttir, che ci ha inoltre ringraziato per il nostro lavoro come giovani volontari.
Partecipare a un progetto di volontariato con l’European Solidarity Corps ha significato questo e tanto altro, ha trasformato il nostro modo di vivere nei i mesi passati in un altro paese diverso dal nostro, ci ha messi in contatto con diverse realtà e ci ha dato modo di operare il nostro tempo e i nostri sforzi e abilità in maniera concreta tramite un progetto di volontariato. Takk fyrir! Abbiamo iniziato il nostro viaggio a inizio maggio e lo concluderemo a fine settembre. Questa settimana ci siamo appena riuniti dopo vari workcamp, grazie ai quali abbiamo potuto viaggiare per il paese e lavorare con diverse associazioni forestali, che fanno capo all’IFA. Talvolta siamo stati divisi in due gruppi di quattro volontari ciascuno, ma spesso riuniti in un unico grande gruppo.
In questi mesi abbiamo avuto l’occasione di sostenere la causa del piano di riforestazione dell’Islanda, land reclamation e carbon sequestration plan. Ci sono state insegnate le basi dei metodi di piantumazione sul suolo islandese, le varie specie di alberi autoctoni e alloctoni, e le basi del lavoro nel rispetto della biodiversità del territorio e degli innovativi piani di riforestazione. Abbiamo attraversato i cambiamenti climatici e lavorato a stretto contatto con la complicata ma affascinante natura dell’isola, così diversa da quella a cui siamo abituati in Italia e nel continente europeo. Ciao! Sono Sofi ed ho da poco concluso la mia esperienza ESC a Jerez de la Frontera, Spagna, dove ho trascorso 10 mesi indimenticabili. Ricordo bene l’estate scorsa quando, terminata la triennale, cercavo online un’opportunità per andare all’estero. Ora, a distanza di quasi un anno da quel momento, mi ritrovo qui a cercare di riassumere i 10 mesi più belli e intensi della mia vita in poche righe.
L’obiettivo del mio progetto consisteva nell’aiutare l’Associazione Giovanile “Inter” a portare avanti progetti europei e diffondere valori e opportunità a bambini e ragazzi. Insieme ad altri 5 volontari ESC e altri giovani tirocinanti, sia locali, che come me provenienti da altri paesi europei, abbiamo organizzato e partecipato a vari Youth Exchanges e Training Courses. Questi progetti offrono l’opportunità di viaggiare, fare nuove amicizie e imparare e crescere grazie a metodi di educazione informale e non formale. Inoltre, ho avuto l’occasione di organizzare workshop e lezioni nelle scuole, che mi hanno permesso di scoprire ciò che mi piace e sviluppare abilità che non sapevo di avere. Ciao! Sono Lorenzo, un ragazzo di 19 anni, e ho appena terminato il mio progetto ESC a Lisbona.
Sono arrivato il 2 ottobre 2023 nella capitale portoghese assieme a un’altra trentina di volontari della mia stessa associazione provenienti da tutta Europa, e non avevo la più pallida idea di dove mi fossi catapultato. Non sapevo ancora che quell’esperienza mi avrebbe letteralmente stravolto la vita e che in quelle persone avrei trovato degli amici e compagni di viaggio fantastici! Le prime settimane sono state un turbinio di emozioni, positive e negative, nelle quali poi mi sono ambientato. Essenzialmente il mio progetto consisteva nell’affiancare un professore di educazione fisica in una scuola elementare, aiutarlo nello svolgimento delle lezioni e organizzare tornei per gli studenti. Ogni giorno era un’esperienza nuova, che fosse a scuola con i bambini, nei momenti in solitaria in spiaggia ad ammirare il tramonto o in giro per la splendida Lisbona con i miei amici. Esperienze che nella maggior parte dei casi erano positive, ma anche esperienze negative dalle quali però sono uscito più maturo. Questi 8 mesi sono volati senza che me ne rendessi conto, ma ciò di cui mi sono accorto è che questa esperienza mi ha fatto crescere come ragazzo, mi ha reso più autonomo, più responsabile e più cosciente della persona che sono e delle mie potenzialità. Olà, qui Alessandro! Il mio progetto Esc è partito da una piccola e colorata città del Portogallo ed è arrivato al cuore di molte persone, soprattutto al mio. Un esperienza che mi ha positivamente cambiato la vita, aperto orizzonti su nuove culture, tradizioni e modi di pensare ed intendere la vita.
Ho avuto l'opportunità di interagire con i più giovani, dai bambini agli adolescenti, diffondendo il valore e l'importanza della condivisione, della multiculturalità e dell'integrazione. Il mio progetto personale nella piccola comunità di Águeda mi ha permesso di parlare di scienza ai ragazzi in modo semplice, intuitivo ed immediato, e spesso in una lingua differente dalla mia. Durante questa avventura ho conosciuto tante persone ricche di storie da raccontare ed emozioni da condividere spontaneamente, ho imparato con loro diverse lingue, le basi, e digerito la lingua locale fino al punto da poter esprimere me stesso e comunicare in tale lingua. E' per me sorprendente osservare, ad esperienza terminata, come quest'ultima mi abbia donato lo spazio ed il tempo per conoscere estremamente meglio me stesso, nuovi limiti e nuovi punti di forza da cui ricominciare. E' stata una piacevole e preziosa occasione per arricchire la propria rete sociale, stringere nuove sincere amicizie e comprendere come collaborare e cooperare per vitali ed essenziali obiettivi comuni. Posso soltanto suggerire ai lettori di questa personale testimonianza di non esitare, di cimentarsi in un viaggio simile senza il timore di sentirsi fuori posto, ci sarà sempre qualcuno che ben volentieri sarà disposto ad ascoltarvi, aiutarvi e che vi accoglierà e vi farà sentire parte di qualcosa di tanto grande quanto importante, come è successo a me. Alessandro L'Esperienza di Luca in Turchia: Crescita Personale e Solidarietà attraverso il Volontariato22/2/2024 Ciao, mi chiamo Luca e ho trascorso due mesi di volontariato ad Ankara, in Turchia, per un progetto di incentivazione all’istruzione e allo sport con l’obiettivo di sostenere i più giovani nel loro sviluppo personale e professionale.
Partecipare al Corpo europeo di solidarietà è stata un'esperienza unica che mi ha permesso di crescere e di mettermi alla prova sotto diversi aspetti. Mi ha dato l'opportunità di uscire dalla mia zona di comfort, di diventare più indipendente, di sviluppare nuove competenze e di rapportarmi con persone di culture, età e provenienze diverse. La crescita persolane di Simone nel suo progetto ESC: "sono immerso nella marea dei portoghesi"5/2/2024 Cosa vuol dire lavorare in biblioteca ed essere curioso? Banalmente ritrovarsi il proprio tavolo di lavoro pieno di fumetti, libri di arte, design e riviste.
Il mio percorso all’interno della biblioteca è quello di poter essere pienamente funzionale, e questo avverrà tramite una serie di tappe, iniziando dallo studio della bibliografia e l’apprendimento della lingua portoghese. Ora, quando si ha tanto tempo per poter leggere, ci si concede a qualunque interesse, come può essere un libro sulla cucina portoghese e i piatti da assaggiare; il metodo di vita svedese Lagom o la storia delle religioni. |
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November 2024
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