8 novembre 2022, lo ricorderò come la prima volta in uno studio televisivo. Non un vero e proprio studio televisivo, ma ci si avvicinava molto, con tecnici del suono, luci, telecamere e tutto il resto. L’occasione è stata la quarta edizione della Civic Room, organizzata dall’Agence Nationale du Service Civique, che si occupa della gestione del Servizio Civile e del Corpo Europeo di Solidarietà in Francia. Due parole per presentarmi: sono Silvia, 27 anni e italiana, progettista europea per i giovani e da circa tre settimane a Parigi per un progetto CES di 11 mesi sullo sviluppo sostenibile nel Centro Socioculturale Madeleine Rebérioux di Créteil. Ed è proprio par rapport alla tematica dell’engagement per il clima e dello sviluppo sostenibile che ho ricevuto l’invito ad intervenire alla Civic Room, insieme ad altri volontari ed ex volontari del Servizio Civile. L’obiettivo: confrontarci sulle motivazioni che ci hanno spinto ad intraprendere progetti nazionali o internazionali, e ad investire il nostro tempo in azioni di sensibilizzazione, educazione e protezione su temi legati alle dimensioni del clima e dell’ambiente, ma anche sui nostri obiettivi e su come un’esperienza come il Servizio Civile o ESC può influire sul nostro futuro. La prima parte dell’evento è stata dedicata alla presentazione di Marius Hamelot, e della sua idea imprenditoriale per trasformare rifiuti di plastica in un nuovo materiale da costruzione, chiamato “Le Pavé”. Un ottimo inizio per un’occasione di coinvolgere i giovani dando spunti su iniziative, progetti e tematiche in cui ingaggiarsi, con esempi concreti di storie e percorsi. I partecipanti hanno quindi potuto ascoltare le storie di noi quattro volontari ed ex-volontari impegnati per il clima: Jules, ex-volontario e ora impiegato all’Academie du Climat; Antoine, da qualche mese a Faune Alfort per recueillir et soigner les animaux blessés della fauna selvatica; Soliane, impegnata nel Fresque du Climat, e io. Durante la trasmissione, ho illustrato i punti principali del mio progetto relativi al clima e allo sviluppo sostenibile: questi sono legati particolarmente al giardino condiviso del Centro e ad evento legati alle tematiche che ruotano attorno al giardino condiviso, come la biodiversità e la permacultura. Inoltre, ho illustrato un piccolo progetto in fase di costruzione, ovvero alcuni incontri nell’accompagnamento alla scolarité a partire da gennaio che saranno focalizzati su aspetti diversi dello sviluppo sostenibile. La scelta di intraprendere un progetto in Francia sul clima ha un mix di motivazioni alla base, di natura personale e professionale. Ma prima, occorre fare un passo indietro: il mio percorso di avvicinamento al programma Corpo Europeo di Solidarietà non è usuale. Per circa 3 anni, infatti, ho lavorato in un’associazione italiana come responsabile dell’invio di volontari italiani per mobilità all’estero, in particolare per progetti di lungo termine con il CES. È così che ho toccato con mano l’impatto che questi progetti hanno sulla vita dei giovani, soprattutto a livello personale e culturale. Ho seguito il loro percorso, ascoltato le loro storie e riflessioni durante i mesi all’estero, e sono convinta dell’impatto a tutto tondo che un’esperienza all’estero può creare. Mi piace sottolineare sempre come un progetto di volontariato con il Corpo Europeo sia diverso da uno stage all’estero, o da un lavoro: la crescita anche professionale è innegabile, ma un volontariato di questo tipo permette una crescita personale, culturale e sociale difficilmente spiegabile a parole. Ecco quindi le motivazioni della mia scelta, un mix di curiosità, voglia di crescita, e desiderio di mettere a disposizione il mio tempo e una piccola esperienza pregressa sulla tematica del clima, che sento fortemente vicina, in una struttura di cui condivido obiettivi e valori, di educazione popolare, solidarietà, scambio culturale. Durante la Civic Room, ogni volontario ha quindi potuto presentare motivazioni, obiettivi, riflessioni che spero abbiano costituito uno spunto per chi ascoltava da casa per porsi delle domande, per avere più chiare le opportunità di engagement offerte ai giovani, o anche solo per ascoltare storie di giovani con percorsi differenti. Un grande grazie all’Agenzia Nazionale per organizzare occasioni di informazione e confronto, e per aver offerto a me l’opportunità di parlare del mio percorso e di uscire dalla mia comfort zone per la mia prima intervista in francese!
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