Ti permette di evolvere, cambiare in una versione migliore di te, più consapevole. Il mio anno di volontariato con il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC) sta giungendo al termine e cosa può esserci di più poetico del riorganizzare i propri pensieri su carta con fuori un mare nero di pioggia vulcanica. Avete letto bene, ho passato questa esperienza magica a La Palma (Isole Canarie, Spagna) che nell’ultimo periodo sta cercando di convivere con la dirompente forza di un vulcano. Devo confessare che l’idea di lanciarmi in questa avventura nasce dalla paura: la soffocante paura della libertà una volta finite le superiori, poco tempo e troppe opzioni per poterne prendere una consapevolmente. La tremenda paura di sprecare la mia vita all’inseguimento di orme predefinite che però non calzano con le mie scarpe e l’insopportabile paura di lasciare inascoltata quella voce interiore che da troppo tempo gridava cercando il mondo. Ora, chiedendomi se quell’irrequietezza se n’è andata, la risposta rimane no; ma ho imparato a relativizzarla. Viaggiare, esplorare nuove culture, relazionarsi con nuove persone e cimentarsi in nuove attività ti porta inevitabilmente a confrontare il “tuo mondo” (che prima ti sembrava l’unica opzione possibile) con la realtà circostante. Ti permette di evolvere, cambiare in una versione migliore di te, più consapevole. Non fornisce risposte ma piuttosto ti fa riflettere sulle giuste domande. Non cancella la paura ma ti trasmette la giusta spinta per affrontarla e per affrontarti. Nel mio percorso ho incontrato gente stupenda e fortunatamente anche gente spiacevole: proprio da loro impari tanto, sono il miglior esempio di ciò che non vuoi essere. Ho impiegato tanta energia nel realizzare i miei obiettivi, forse troppa, tant’è che mi sono reso conto che per realizzarli nel miglior modo è necessario investirci tanto tempo e riposare. Mi sono scontrato con ideologie e modi di affrontare la vita così distanti e fastidiosi da non farmi dormire la notte, ma non per forza sbagliati, semplicemente diversi. Mi sono immerso nella natura strabiliante dell’isola, ho sprofondato i piedi nella sabbia nera il giorno di Natale, ho imparato il processo di produzione del tabacco e torno a casa con un set di cucchiai in legno fatti a mano da me. Ho fatto trekking notturni illuminati dalla luna piena e ho visitato tutte le 8 isole canarie, ho passato giorni senza parlare e mangiare (tranquilli era una sfida personale, anche se è un volontariato i soldi per la cena ve li danno lo stesso) e adesso siamo in balia di un vulcano. Con questo non voglio dire che è tutto perfetto, perché è impossibile che lo sia, ma diciamo che non ci si annoia. Si può vederla in vari modi, ma anche gli ostacoli possono essere trasformati in una prova di autonomia e in un’opportunità (brevissimo esempio: se non fosse stato per il covid non sarei mai finito qui). Una cosa importante è essere sinceri con se stessi, imparare ad ascoltare i segnali del nostro corpo e riprendersi il proprio tempo. Mi capita spesso di mal interpretare il valore del tempo: essendo la risorsa più importante che abbiamo ed essendo limitata, mi stresso per riempirlo con più cose possibili, così da non perderne neanche un secondo, o mi sento in colpa se non sono produttivo, perché lo sto perdendo. Morale della favola: 0 minuti di tempo di qualità. Quando invece rallento, quando mi concentro su ciò che faccio e non sullo scorrere delle lancette, quando mi riconnetto con la realtà e riesco a mettere a bada la mente, ecco che scatta qualcosa. In quel preciso istante impiego il mio tempo nel migliore dei modi senza l’ossessione di controllarlo o fermarlo. Per questo motivo è di vitale importanza continuare a sfidarci, chiederci chi vogliamo essere e cos’è il tempo di qualità per noi. Non è più sostenibile vivere con “il pilota automatico”, dobbiamo imparare a seguire il nostro istinto ed essere pronti a rallentare per capire qual è il nostro cammino.
Questa Avventura di vita vi sta aspettando, o più probabilmente, è una vita che la stavate aspettando senza ancora saperlo.
0 Comments
Oggi sono quasi al termine di questa esperienza e posso dire che fino ad ora è la migliore esperienza che abbia fatto nella mia vita, mi ha dato l’opportunità di crescere personalmente di vedere posti meravigliosi, di instaurare rapporti magnifici con persone provenienti da tutto il mondo, e quella varietà che aveva cominciato a preoccuparmi si è rilevata uno dei punti forti. Personalmente ho condiviso la casa con altri due volontari, un ragazzo francese ed una ragazza spagnola, quindi persone provenienti da contesti, costumi, tradizioni differenti l’uno dall’altro è ed stato magnifico miscelare le nostre diversità; è stata una montagna russa di emozioni, ho passato giorni felicissimi e ci sono stati anche momenti difficili, è stato triste quando abbiamo dovuto salutare determinate persone e sicuramente sarà triste andare via, ma uno degli aspetti più intriganti e controversi di questa esperienza è la sua fugacità, il suo essere temporanea.
La temporaneità dei rapporti, la temporaneità degli eventi ed è proprio quando prendi coscienza di questa temporaneità che il tutto assume un valore ancora più unico e raro. Un ringraziamento speciale va a miei coinquilini e all’organizzazione ospitatante che si è presa cura di noi in maniera impeccabile e ci ha fatto sentire a casa sin dal primo giorno. Sì, sicuramente è stato un capitolo temporaneo della mia vita ma sarà eterno dentro di me. |
ARCHIVIO
November 2024
|