Ora fate le valigie e dentro non metteteci la malinconia e il pensiero di casa, ma le lacrime e queste mettetele da parte per quando quest’anno sarà finito. In Croazia ho imparato che non sono un buco nero, sono consapevole di non essere l'anima bella che immagina mio padre, però grazie ad un anno di volontariato ho scoperto di non essere neanche da buttare via. Dopo questo lungo percorso ho avuto diverse epifanie, la più importante è che lavorare in gruppo è stimolante e può essere creativo, ma va differenziato dal creare “branco”. Poiché quest’ultimo è solo una brutta copia i una dittatura, questo non toglie l'importanza di una struttura gerarchica ben definita all'interno delle associazioni che rientrano nella grande famiglia dell'ESC. Comunque consiglio a chiunque voglia intraprendere questa avventura che si deve partire preparati, ma possibilmente senza pregiudizi, nonostante ci saranno grandi probabilità d'andare incontro, paradossalmente, a svariati preconcetti sulla propria nazionalità. Non avverrà per cattiveria, ma perché è qualcosa di radicato in Europa da anni e il vostro compito è sdoganare ogni piccolo pregiudizio su di voi, sulla vostra provenienza e su cosa fate per vivere e non per orgoglio, ma perché metterete così una base solida per avere un adeguato rapporto con la comunità locale. La quale è fatta di persone, persone con una lingua e una cultura diverse dalla vostra, che in un anno vi arricchiranno tantissimo, quindi non chiudetevi a riccio. Iniziate dalle cose più semplici ... Iniziate dalle cose più semplici: siete fumatori? Imparate a chiedere le sigarette nella lingua corrente in quel Paese e finirete come me, che adesso posso parlare di come sto, di come mi sento o di che cucinerò per cena con la tabaccaia o con le cassiere del supermercato. Certo non è necessario, ma vi farà sentire a casa. Io personalmente sono nata in un piccolo paesino, ho studiato in una piccola città e ho fatto il volontariato in un piccolo comune istriano e mi rendo conto che non per tutti è così o sarà così. Ma adattarsi all'ambiente che ti sta attorno è emozionante, si può sentire la connessione tra gli esseri umani.
Un'altra bellissima scoperta è stata imparare a dire come mi sentivo e cosa sentivo senza paura del pregiudizio, ho letteralmente reimparato a camminare sulle mie gambe e non come se camminassi sui vetri modello la Sirenetta di Andersen. Spero che prendiate le mie parole come un consiglio, nato dalla mia esperienza personale e non come degli assolutismi. Ora fate le valigie e dentro non metteteci la malinconia e il pensiero di casa, ma le lacrime e queste mettetele da parte per quando quest’anno sarà finito.
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October 2024
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