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I miei mesi di volontariato a Zagabria - L'esperienza ESC di Dino

31/3/2022

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Cosa dire di questi mesi in Croazia con il Corpo Europeo di Solidarietà? Sicuramente che sono stati mesi che mi hanno arricchito tantissimo perché mi hanno permesso di entrare in contatto con un'altra realtà culturale nuova. Inoltre, la mia attività nell'associazione Amazonas mi ha permesso di immergermi il più possibile nella società locale, concedendomi la possibilità di sviluppare attività in ambiti di mio grande interesse. Infatti, la squadra di Amazonas mi ha invogliato ad organizzare eventi divulgativi sull’Unione Europea e sullo spirito di amicizia fra tutti i popoli europei. Questo mi ha reso particolarmente felice e mi ha permesso di dare un mio contributo, seppur piccolo, alla realtà croata! Senza poi contare le attività in cui sono stato coinvolto che mi hanno portato a conoscere ancora di più la cultura croata e che hanno dato un taglio al difficile periodo degli ultimi due anni!
E cosa dire delle mie lezioni d’italiano? Magnifiche e divertenti! Dove ho avuto l’occasione di scambiare idee e prospettive sull’Italia e la Croazia. Come ultima cosa vorrei dire che la mia attività in Amazonas è stata bellissima e che le amicizie che ho stretto con i ragazzi dell’associazione rimarranno l’aspetto più bello di tutta la mia esperienza qui in Croazia!

E se mi dovessero chiedere se ne vale la pena o no di partire, in generale, con il Corpo Europeo di Solidarietà, risponderei con un grandissimo SI’!
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La liberà di crescere - Storia di un volontariato in Francia

25/1/2022

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Sono arrivata alla fine il cuore è pieno di tristezza. Una tristezza piena, è stato un progetto meraviglioso e un'esperienza d'incredibile valore. Quindi buttati e lasciati libero/a di scoprire nuovi paesaggi, nuovi amici e nuove parti di te. ​
Probabilmente se siete arrivati fino a qui è perché vi state domandando se partire e buttarvi o restare e aspettare ancora un po'. Ricordo che prima di partire ero desiderosa di vivere una nuova avventura ma avevo anche una forte paura del cambiamento. Avevo mille dubbi su come sarebbe stata la mia vita lì. Mi domandavo se sarei stata in grado di parlare francese e se avrei fatto amicizia.
Io oggi alla fine del mio volontariato posso dire di essere fiera di aver superato quelle paure e di aver dato ascolto alla mia voglia di crescita. Le mie aspettative sono state di gran lunga superate. Non mi sono mai sentita sola nelle mie paure. C'è sempre stato qualcuno al mio fianco, che mi ha preso quando stavo per cadere. 
Alla fine del mio volontariato al "Le Patiau" un museo di ceramica in Francia, mi porto a casa un'immensità di cose.
Ho visto nuovi paesaggi meravigliosi. Ho conosciuto persone uniche che mi hanno arricchito le giornate con sorrisi e ogni genere di racconti. Il "click" è stato immediato, c'è qualcosa di speciale nelle sia nelle persone che decidono di fare esperienze di volontariato sia in chi supporta i volontari. Hanno spesso la stessa voglia di conoscere e scoprire il mondo.
Ho acquisito fiducia in me stessa sul lavoro. Prima di partire mi domandavo se ero in grado di fare ciò che avevo studiato in un qualsiasi posto, lavorare come volontaria mi ha confermato non solo che ho la capacità di farlo ma addirittura di farlo in un'altra lingua. Sono così grata alle persone che hanno avuto fiducia in me e mi hanno accompagnato in questa crescita.
Una crescita anche personale. Sento che sono cresciuta come persona e di essere più definita. Mi sono lasciate libera di provare cose che da sempre ho voluto provare, come fare campeggio e fare viaggi da sola.
Tutte queste esperienze sono dei pezzi del mio puzzle che sto completando un po' per volta. Per quello che riguarda il futuro, non so ancora bene come queste cose si incastreranno nel mio percorso.
​So solo che sono preziose ed è questa la direzione in cui voglio andare. Voglio lavorare in un ambiente aperto, inclusivo e che supporta le persone nella loro interezza.
Sono arrivata alla fine il cuore è pieno di tristezza. Una tristezza piena, è stato un progetto meraviglioso e un'esperienza d'incredibile valore. Quindi buttati e lasciati libero/a di scoprire nuovi paesaggi, nuovi amici e nuove parti di te. 

​Ionela
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"Solidarity stories" da Roberto in Grecia!

24/1/2022

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Il nostro volontario Roberto, impegnato con il programma ESC a Salonicco presso United Societies of Balkans, sta tenendo un "diario di bordo" sotto forma di podcast! Puoi ascoltarlo gratuitamente su Spotify o Apple Podcast.
Ascolta qui i primi episodi di "Solidarity stories"!
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I will share a little secret with you: you can volunteer abroad, get out of your comfort zone, learn a new language and live a unique experience…without any cost! 
How? With the European Solidarity Corps!
Join Roberto Gentile’s journey and you will discover what makes this volunteer opportunity different
through the fears and joys that arise with this project. 
If you want to learn what being an European Solidarity Corps Volunteer means,
if you want to know what solidarity means through people’s stories,
​this show is for you.

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I miei primi due mesi a Zagabria - aggiornamenti da Dino in Croazia

11/11/2021

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Ciao! Sono Dino e sono uno dei volontari a Zagabria. Sono qui grazie al progetto dei corpi di solidarietà europei (European Solidarity Corps) e sono arrivato qui all’inizio di settembre e sono quasi due mesi che vivo e faccio volontariato in questa bellissima città.
Fin dal primo momento i ragazzi dell’associazione Amazonas, dove trascorrerò il mio anno di volontariato, si sono dimostrati disponibili a darmi ogni tipo di aiuto possibile. E soprattutto mi hanno subito dato una chiara prospettiva delle attività che svolgerò qui in quest’anno. Infatti, mi hanno immediatamente dato la possibilità di mettere in gioco le mie conoscenze e di sviluppare alcune attività inerenti all’ambito europeo, questo con l’obiettivo di dare il mio contributo per sensibilizzare ancora di più la comunità locale su temi concernenti l’Unione Europea.
Inoltre mi hanno dato la possibilità di cimentarmi nell’attività dell’insegnamento: dopo poco più di un mese ho iniziato ad insegnare la lingua italiana a un gruppo di ragazzi croati. L’attività è molto interessante e costruttiva sia per me che per i ragazzi, questo perché, oltre che ad insegnare l’italiano a chi non lo conosce, ho l’opportunità di conoscere meglio la realtà croata e di raccontare a loro le diverse sfaccettature dell’Italia. Creando, pertanto, un ottimo momento di scambio interculturale tra noi, cogliendo sia le somiglianze che le differenze dei nostri due Paesi.
La città, invece, è davvero stupenda e il centro storico e davvero caratteristico: è quasi impossibile non notare le diverse influenze europee che questa città ha da offrire. Anzi, posso tranquillamente dire che Zagabria (Zagreb) è un piccolo gioiello europeo ancora poco conosciuto e che merita più attenzione! In ogni caso, la città è molto vivibile e c’è sempre qualcosa da fare, questo anche grazie all’efficienza dei mezzi di trasporto cittadini che mi permettono di arrivare ovunque in tempo ragionevole.
Che dire, a questo punto, di questi miei primi due mesi in Croazia? Grazie. Grazie per l’immensa opportunità che mi è stata data dell’UE e dai ragazzi di Amazonas, perché ho la possibilità di mettermi in gioco e di conoscere una nuova realtà. Inoltre devo ringraziare i ragazzi di YouNet che hanno reso possibile questa mia esperienza con il loro sostegno dall’Italia.
Sono sicuro che la mia esperienza mi arricchirà molto e che mi darà la possibilità di imparare qualcosa di più in diversi campi: come, ad esempio, nel campo della comunicazione sui social media o su come organizzare eventi d’interesse con differenti partner. Ma soprattutto potrò vantare un giorno il fatto di essermi preso l’impegno di dare il mio contributo, anche se piccolo, in uno dei Paesi della grande famiglia europea!
A presto e bok!
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L'avventura che aspettavi da una vita - ESC di Mattia a La palma

29/10/2021

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​Ti permette di evolvere, cambiare in una versione migliore di te, più consapevole.
Non fornisce risposte ma piuttosto ti fa riflettere sulle giuste domande.
​Non cancella la paura ma ti trasmette la giusta spinta per affrontarla e per affrontarti.
Il mio anno di volontariato con il Corpo Europeo di Solidarietà (ESC) sta giungendo al termine e cosa può esserci di più poetico del riorganizzare i propri pensieri su carta con fuori un mare nero di pioggia vulcanica. Avete letto bene, ho passato questa esperienza magica a La Palma (Isole Canarie, Spagna) che nell’ultimo periodo sta cercando di convivere con la dirompente forza di un vulcano. Devo confessare che l’idea di lanciarmi in questa avventura nasce dalla paura: la soffocante paura della libertà una volta finite le superiori, poco tempo e troppe opzioni per poterne prendere una consapevolmente. La tremenda paura di sprecare la mia vita all’inseguimento di orme predefinite che però non calzano con le mie scarpe e l’insopportabile paura di lasciare inascoltata quella voce interiore che da troppo tempo gridava cercando il mondo.
Ora, chiedendomi se quell’irrequietezza se n’è andata, la risposta rimane no; ma ho imparato a relativizzarla. Viaggiare, esplorare nuove culture, relazionarsi con nuove persone e cimentarsi in nuove attività ti porta inevitabilmente a confrontare il “tuo mondo” (che prima ti sembrava l’unica opzione possibile) con la realtà circostante.
Ti permette di evolvere, cambiare in una versione migliore di te, più consapevole.
Non fornisce risposte ma piuttosto ti fa riflettere sulle giuste domande.
​Non cancella la paura ma ti trasmette la giusta spinta per affrontarla e per affrontarti.
Nel mio percorso ho incontrato gente stupenda e fortunatamente anche gente spiacevole: proprio da loro impari tanto, sono il miglior esempio di ciò che non vuoi essere. Ho impiegato tanta energia nel realizzare i miei obiettivi, forse troppa, tant’è che mi sono reso conto che per realizzarli nel miglior modo è necessario investirci tanto tempo e riposare. Mi sono scontrato con ideologie e modi di affrontare la vita così distanti e fastidiosi da non farmi dormire la notte, ma non per forza sbagliati, semplicemente diversi. Mi sono immerso nella natura strabiliante dell’isola, ho sprofondato i piedi nella sabbia nera il giorno di Natale, ho imparato il processo di produzione del tabacco e torno a casa con un set di cucchiai in legno fatti a mano da me. Ho fatto trekking notturni illuminati dalla luna piena e ho visitato tutte le 8 isole canarie, ho passato giorni senza parlare e mangiare (tranquilli era una sfida personale, anche se è un volontariato i soldi per la cena ve li danno lo stesso) e adesso siamo in balia di un vulcano. Con questo non voglio dire che è tutto perfetto, perché è impossibile che lo sia, ma diciamo che non ci si annoia. Si può vederla in vari modi, ma anche gli ostacoli possono essere trasformati in una prova di autonomia e in un’opportunità (brevissimo esempio: se non fosse stato per il covid non sarei mai finito qui). Una cosa importante è essere sinceri con se stessi, imparare ad ascoltare i segnali del nostro corpo e riprendersi il proprio tempo. Mi capita spesso di mal interpretare il valore del tempo: essendo la risorsa più importante che abbiamo ed essendo limitata, mi stresso per riempirlo con più cose possibili, così da non perderne neanche un secondo, o mi sento in colpa se non sono produttivo, perché lo sto perdendo. Morale della favola: 0 minuti di tempo di qualità. Quando invece rallento, quando mi concentro su ciò che faccio e non sullo scorrere delle lancette, quando mi riconnetto con la realtà e riesco a mettere a bada la mente, ecco che scatta qualcosa. In quel preciso istante impiego il mio tempo nel migliore dei modi senza l’ossessione di controllarlo o fermarlo. Per questo motivo è di vitale importanza continuare a sfidarci, chiederci chi vogliamo essere e cos’è il tempo di qualità per noi. Non è più sostenibile vivere con “il pilota automatico”, dobbiamo imparare a seguire il nostro istinto ed essere pronti a rallentare per capire qual è il nostro cammino. 
Questa Avventura di vita vi sta aspettando, o più probabilmente, è una vita che la stavate aspettando senza ancora saperlo.
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"Nella diversità c'è concordia" - ESC di Davide in Portogallo

6/10/2021

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​Sono sempre stato affascinato da un murales in una delle zone che preferisco di Porto che cita una locuzione latina “In varietate concordia” che potremmo tradurre come “nella diversità c’è concordia” e penso che questa frase possa riassumere perfettamente la mia esperienza con il Corpo Europeo di Solidarietà.

Ho conosciuto questo progetto quasi per caso e ne sono subito rimasto affascinato; l’idea di trascorrere del tempo all’estero lavorando e vivendo con persone provenienti da tutta Europa era estremamente entusiasmante. Accettai la proposta per svolgere il mio ESC ad Ermesinde presso la Junta di Freguesia.
​Si sa non è mai semplice lasciare casa tanto meno quando si tratta di andare all’estero, bisogna relazionarsi con tantissimi aspetti diversi che vanno dall’organizzazione personale al rapporto con gli altri, ne tanto meno è facile andare a lavorare all’estero bisogna confrontarsi con una mentalità lavorativa diversa bisogna comunicare in un altra lingua ..ed ecco che quella famosa 
varietate che prima mi affascinava tanto cominciò a spaventarmi, i dubbi erano molti mi troverò bene con loro? Riuscirò ad avere un buon rapporto? Sarò all’altezza del lavoro?
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Oggi sono quasi al termine di questa esperienza e posso dire che fino ad ora è la migliore esperienza che abbia fatto nella mia vita, mi ha dato l’opportunità di crescere personalmente di vedere posti meravigliosi, di instaurare rapporti magnifici con persone provenienti da tutto il mondo, e quella varietà che aveva cominciato a preoccuparmi si è rilevata uno dei punti forti. Personalmente ho condiviso la casa con altri due volontari, un ragazzo francese ed una ragazza spagnola, quindi persone provenienti da contesti, costumi, tradizioni differenti l’uno dall’altro è ed stato magnifico miscelare le nostre diversità; è stata una montagna russa di emozioni, ho passato giorni felicissimi e ci sono stati anche momenti difficili, è stato triste quando abbiamo dovuto salutare determinate persone e sicuramente sarà triste andare via, ma uno degli aspetti più intriganti e controversi di questa esperienza è la sua fugacità, il suo essere temporanea.
La temporaneità dei rapporti, la temporaneità degli eventi ed è proprio quando prendi coscienza di questa temporaneità che il tutto assume un valore ancora più unico e raro.
Un ringraziamento speciale va a miei coinquilini e all’organizzazione ospitatante che si è presa cura di noi in maniera impeccabile e ci ha fatto sentire a casa sin dal primo giorno. Sì, sicuramente è stato un capitolo temporaneo della mia vita ma sarà eterno dentro di me.
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Progetti personali e eruzioni vulcaniche - aggiornamenti da Mattia alle Canarie

29/9/2021

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Se i mesi di giugno e luglio sono stati intensi, agosto e settembre non sono stati assolutamente da meno.
Giunti ormai alla fine del progetto inizio a concludere i vari progetti personali: con la ripresa della scuola non ho potuto contare su un numero sufficiente di ragazzi per continuare il progetto di spikeball in spiaggia, ho concluso la guida del comune dove lavoro, ho finito il video di promozione del territorio locale, ho imparato l'intero processo della lavorazione del tabacco lavorando nel museo dei sigari palmeri, ho sbattuto le bacchette durante l'ultima lezione di batteria e in poche settimane mi ritroverò con un set di cucchiai in legno grazie al corso di artigianato impartito dal simpatico “nomade-anarchistacomunista” (sua stessa definizione).  

Agosto è partito con una tranquilla settimana in Fuerteventura in compagnia degli altri volontari. Tra AirBnb e wildcamping ho avuto modo di visitare le spiagge più belle della mia vita, acqua cristallina e chilometri interi di sabbia in un ambiente sulfero. Da Fuerte volo diretto a Tenerife dove, dopo 8 mesi, mi ricongiungo con la mia famiglia, che emozionee. Partito in dicembre con l'esigenza di allontanarmi dall'ambiente familiare sono arrivato in agosto voglioso di rivederli, mi hanno ricordato quanto sono importante per loro e che ho un posto da chiamare “casa”.
La seconda settimana familiare la passiamo a La Palma, la mia isola, dove da brava guida turistica gli ho fatto scoprire tutti i segreti dell'isola.
Le prime due settimane di settembre le ho passate inaspettatamente in Polonia, come partecipante di un intercambio giovanile sulla permacultura. Opportunità colta al volo parlando con un lavoratore della mia associazione; e così 5 giorni dopo mi trovo in un paesino polacco super hippie a parlare di piante. Fatica iniziale ad ambientarmi e con l'inglese però tanta gente interessante e clima rilassante. (Ho fatto anche questa, incredible!!).

Per un finale letteralmente con il botto, il 19 settembre, un vulcano decide di celebrare la nostra fine del progetto eruttando nella parte sud-ovest dell'isola.!!! Situazione controversa: da un lato lo spettacolo incredibile della potenza della Natura e dall'altra parte le case sottostanti sommerse dalla lava. In queste settimane sto dando il mio contributo nei centri di distribuzione di materie prime per gli sfollati. Io sono al sicuro però in questo momento scrivo con la finestra chiusa per proteggermi dalle ceneri emanate dal vulcano.  ​
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"Verso il Portogallo su una tavola da surf" - L'esperienza ESC di Daniele in Portogallo

21/9/2021

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Se si riesce ad aiutare e a far crescere almeno un giovane essere umano, si percepisce tutto l’orgoglio di essere volontari
Dopo il mio progetto short term in Slovacchia (dove mi sono trovato benissimo), ero sicuro di voler ripetere l’esperienza in un altro Paese per un periodo di tempo più lungo. Il mio ragionamento è stato: “l’esperienza in Slovacchia è stata fantastica, ma le persone sono sempre arrabbiate per il clima poco gentile. Proviamo a stravolgere tutto. Proviamo ad andare in Portogallo!” Spinto da questa idea tanto naïve quanto geniale, a fine Gennaio 2021 sono partito verso il limite occidentale della penisola iberica. Dopo un periodo iniziale di assestamento e semi-lockdown causa Covid, è andata alla grande. Una delle mie attività preferite è aiutare con l’inglese le classi di studenti delle superiori. Provare a toccare il cuore degli studenti, comunicare con loro, farli appassionare a ciò che ti appassiona. È normale che non tutti saranno interessati a questi strani volontari da altri Paesi che si aggirano per scuola. È normale non riuscire a instaurare un legame con tutti. Ma se si riesce ad aiutare e a far crescere almeno un giovane essere umano, si percepisce tutto l’orgoglio di essere volontari. 
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​Su una nota più leggera, non posso fare a meno di parlare delle spiagge fantastiche, dell’oceano, delle lezioni di surf (dove le cadute superano il centinaio), le città visitate, le bevande e i cibi tipici, imparare a destreggiarsi in portoghese, le stradine di Viana, i dolci, le cene in compagnia, le persone incontrate e la stupenda Porto: il primo luogo in vita mia che mi abbia fatto dire “sono a casa”. Chiudere questa esperienza con uno Youth Exchange è stata poi la ciliegina sulla torta. Aiutare a organizzare e a portare avanti un progetto così grande e importante ha rappresentato una grande sfida, ma mi ha aiutato immensamente a imparare a gestire nuove situazioni, ad assumere ruoli di responsabilità, e a comprendere e aiutare persone di ogni tipo con background estremamente diversi tra loro. Sono immensamente grato di tutto, è stato un volontariato stupendo.
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L'anno che è appena volato - Francesco in Croazia

10/8/2021

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“Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”. No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei.
​Quando la mia Sending Organisation mi ha chiesto di scrivere un “breve” articolo sulla mia esperienza, mi sono chiesto: “Come posso sintetizzare in poche righe quello che è stato forse l’anno più bello della mia vita?”.
No, non sto esagerando, perché vivere un intero anno in Croazia ha profondamente e radicalmente cambiato ciò che pensavo su differenti tematiche: solidarietà, multiculturalismo, inclusione sociale, lavoro, amicizie, rapporti, tolleranza, differenze, uguaglianze, valori europei. Fare il Servizio Volontario Europeo per una organizzazione non governativa ben strutturata e con un team così affiatato come quello di Udruga Amazonas mi ha insegnato che è possibile lavorare e divertirsi allo stesso tempo; mi ha insegnato che il lavoro di squadra è fondamentale quando si vuole essere solidali con il prossimo; mi ha insegnato che, se veramente lo si vuole, si può sempre fare la differenza. 
​Vivere in una giovane capitale europea (difatti, la Croazia è l’ultimo paese ad esser entrato a far parte della grande famiglia Europea) mi ha mostrato un ambiente accogliente e dinamico, composto da giovani volenterosi come me di farsi sentire e cercare di lasciare un segno nella comunità. Conoscere altri volontari non solo provenienti da tutta l’Unione Europea, ma anche da tutto il mondo (Turchia, Brasile, Russia e chi più ne ha più ne metta) mi ha fatto capire che noi giovani, se vogliamo, possiamo veramente essere padroni del nostro stesso destino. Che viaggiare apre la mente, apre ad opportunità, apre porte per il futuro.
Viaggiare per un adulto è come giocare per un bambino: aiuta ad evolverci e ad imparare cose nuove, è un esercizio costante per la mente umana. Incontrare culture differenti è uno stimolo continuo per crescere come individui e anche come collettività.
Naturalmente, quando il primo settembre del 2020 ho salutato la mia famiglia e i miei amici e sono partito per Zagabria, ero terrorizzato. “Un anno è tanto”, ho pensato prima di salire sull’aereo; e invece no, un anno non è nulla. È volato, con tutte le belle e brutte cose che mi sono capitate nel mentre: le amicizie che mi porterò con me ovunque io sarò, il terremoto di Petrinja che, il giorno del mio compleanno, ha squarciato il suolo e lasciato un ricordo indelebile negli occhi dei croati (e nei miei), lavorare con i bambini a rischio di esclusione sociale o portatori di handicap, che mi hanno insegnato la pazienza e la risata che solo un bambino può regalarti, il Covid che mi ha fermato per due settimane chiuso nella mia stanza, insegnare italiano, innamorarmi.
Questa è la mia esperienza, è so che ognuna è diversa dall’altra; la mia è stata fantastica, e se potessi, tornerei indietro nel tempo per ricominciare tutto d’accapo. Perché alla fine, un anno non è niente: quindi se ne avete l’opportunità, preparate i vostri bagagli, armatevi di coraggio e partite, andate dove potete ad aiutare chi più ne ha bisogno.
Perché un anno sembra tanto all’inizio. Poi però vola via come se fosse un secondo.
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Un racconto alternativo - 20 giorni a Barcellona di Ilaria

16/7/2021

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Barcellona è una città particolare. Ha uno spirito tutto suo che si ama a dismisura o si odia profondamente. Credo che l’impressione più forte che mi abbia dato sia stata quella di essere una città di artisti, in ogni sfumatura.
Credo che il mio resoconto dell’esperienza all’interno dei corpi europei di solidarietà possa essere abbastanza diverso rispetto alle storie che vengono raccontate di solito. Ma andiamo con ordine.
Quando sono partita provavo emozioni molto contrastanti. Da un lato avevo enormi aspettative sul progetto, ed ero felicissima di trovarmi a vivere una situazione come quella descritta dal bando; comunità, musica, e arte come strumento per rompere le barriere che si creano tra le diverse condizioni di vita. Dall’altro, avevo delle preoccupazioni dovute al Covid e mi chiedevo se questo fosse il momento adatto per partire e come sarei stata in mezzo a tanta gente dopo così tanto tempo.
Barcellona è una città particolare. Ha uno spirito tutto suo che si ama a dismisura o si odia profondamente. Credo che l’impressione più forte che mi abbia dato sia stata quella di essere una città di artisti, in ogni sfumatura. Con colori della città d’altro canto non poteva essere diverso, ci sono mille vicoli, piante, dipinti e cartelloni lungo le strade. Come ogni metropoli è piena di eventi a tutte le ore, ma quello che mi ha colpito di più è stata la gentilezza degli abitanti, sempre pronti a fare una battuta e ad aiutare anche chi non parlava spagnolo.
​Un ringraziamento speciale va al gruppo di volontari che hanno fatto parte di questo progetto, coloro che hanno rappresentato il bello di questa esperienza. Grazie a loro sono riuscita a sentirmi veramente libera di pensare e riflettere in maniera critica e sentirmi a mio agio. Non dimenticherò mai i momenti passati a cucinare in ostello, le gite, le battute ed in generale il clima di gruppo che si è creato in quei momenti. Credo di aver imparato molto dalla convivenza con loro e da quello che siamo detti, e non sarò mai abbastanza grata per l’arricchimento che hanno rappresentato per me.
​Ringrazio anche la mia organizzazione di invio, che si è sempre dimostrata attenta senza essere pressante, comprensiva senza essere accondiscendente, ma soprattutto, ed è la cosa più importante, trasparente e preparata. Consiglierei a tutti di partire con YouNet, ed in generale consiglierei la formula del corpo europeo di solidarietà che, se ben gestita, può permettere di vivere esperienze magnifiche.
 
A chi sta leggendo, invece, vorrei dare tre consigli:

  • Scegli bene l’associazione in cui andrai a svolgere il progetto. Informati, chiedi all’associazione di invio se qualcuno è già partito in passato ed è disponibile al confronto, fai molte domande al colloquio e continua a mantenere una comunicazione periodica con l’organizzazione di invio. Questo potrà servirti a capire meglio il contesto in cui andrai a lavorare.
  • Studia a fondo il contratto prima di firmarlo, e informati benissimo su quali siano i tuoi diritti prima di partire. Nel dubbio, anche mentre sei già lì, chiedi alla tua organizzazione di invio.
  • Il più importante. Impara sempre qualcosa da quello che ti accade. Anche nell’esperienza migliore ci sono degli aspetti negativi, e se poi questi ultimi iniziano ad essere di più si rischia di pensare che non ne sia valsa la pena. In realtà non credo che sia così. Anche da esperienze negative si può apprendere molto, su se stessi e sulle situazioni che si possono trovare nella vita, e anzi, spesso eventi del genere possono poi risultare molto utili nel futuro.
 
Per concludere qualunque scelta prendiate e qualsiasi cosa stia attraversando la persona che sta leggendo in questo momento…. Sempre e comunque...
¡Suerte!
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